# 13 - 📟 B come Bias
Pezzazzo dicembrino, link nascosto e Rick Astley nel ❤️ di chi ci crede. Grazie per la lettura :)
È il nome inglese, figo, per definire la fallacia cognitiva.
Quel pensiero illogico che ci orienta e disorienta, grande basamento della rete contemporanea.
Quando è digitale, poi, la nicchia di persone con cui condividiamo raggiunge rapida numeri simili a quelli che siamo in grado di concettualizzare.
E avviene il rituale.
Possiamo trovarci in una tribù di avatar, di cui ci sembra di poter vedere i pensieri.
Siamo stimolati a non sentirci più soli perché possiamo comunicare con qualcuno al di fuori.
Spesso lo troviamo, sempre ci connettiamo in un modo nuovo.
A volte ne siamo travolti, ci arrendiamo al fatto che non è mai passato abbastanza da quando ci conosciamo.
Troppe e poche informazioni per poter finalmente dire che è sufficiente.
I Bias di oggi
Per un weekend internet è andato a fuoco
È stata riscontrata, denunciata e velocemente sfruttata una grave vulnerabilità di sicurezza all’interno di Log4j: un sistema di tenuta dei registri (log) di quello che succede all’interno di un’applicazione.
Sfruttando questa vulnerabilità è possibile scrivere codice che viene eseguito all’interno di un computer anche se non si è in possesso delle autorizzazioni necessarie.
Log4j è utilizzassimo perché è stato rilasciato con licenza a codice aperto.
Questo ha portato migliaia di organizzazioni ad utilizzarlo, con la convinzione, in questo caso falsa, che la manutenzione e l’aggiornamento del software potesse essere fatto da volontari.
Sto contribuendo per la prima volta ad un progetto open source. È facile!
Cosa ne facciamo di questa convinzione?
All’interno del mondo open source è in corso un’enorme discussione:
Lasciamo che rimanga così?
Dovrebbero le grandi aziende che usano questi sistemi pagare dei dipendenti perché ne facciano manutenzione?
O peggio, dovremmo tornare a sistemi a codice chiuso, della cui manutenzione e monopolio si fanno carico solo le aziende?
La grande rinuncia
Il video del New York Times merita di essere visto non solo per le immagini, la grafica e il montaggio eccellenti, la pregevole sintesi, ma anche perché suggerisce che il fenomeno della great resignation nasce dal superamento collettivo e (complice la pandemia) piuttosto improvviso di due bias (cioè di due fallacie cognitive), che di norma disorientano le nostre decisioni in modo assai insidioso.
Scelte e rinunce salutari
Il primo è il bias dei costi irrecuperabili (sunk cost bias): l’idea che, siccome si è già sostenuto un costo (non necessariamente in denaro, ma anche in tempo, in attenzione, in emozioni) per ottenere qualcosa, quel qualcosa vada preservato anche se non va più bene, o se non è più soddisfacente, proprio perché il costo pregresso non può essere recuperato.
Per esempio: potrei scegliere di andare a vedere uno spettacolo che non mi interessa solo perché ho già pagato il biglietto. Tuttavia, così facendo, comunque non recupero il costo del biglietto, e in più spreco malamente il mio tempo.
Sarebbe invece molto meglio, e più sano, resistere al bias, non rammaricarsi per il biglietto e concedersi il gran sollievo di fare tutt’altro.
Il secondo è il bias, simmetrico, del costo opportunità...
Guarda il video del NYT e continua a leggere Annamaria Testa su Internazionale.
Un bias a cui voglio credere
When asked to write the unabridged history of this organization, I was taken aback. I knew that I had reached many thousands in my quest to spread the truth, but I was bewildered and frustrated with myself when I realized that I had not yet done an acute job of giving details: the why, the how, when, who, etc. I knew that I had to write something that was concise, accurate, and free of any fault or error.
Continua a leggere La finta teoria del complotto che non crede all’esistenza degli uccelli sul Post. O guarda il video.
Un bias a cui ho creduto.
Circa un anno fa ho deciso di mollare tutto e di diventare Data scientist.
Oggi lavoro come consulente full time per una giga-corporation e questo letteralmente mi da più e meno tempo per scrivere.
Con rettifica che spero finale, Digital Sabato inizierà ad uscire ogni Due Settimane. Ci provo
Hej, ma sei arrivatə fin qua, grazie :)
Digital Sabato è una newsletter in cui si pensa digitale, che arriva al sabato.
Non tutti gli articoli riguardano il Bias, o come ci inganniamo nel cercare di percepire la realtà (non ne avrei le competenze), ma tutti i testi si riferiscono a come il digitale sia una tecnica dell’Uomo per cambiare se stessə.
Dimmi cosa ne pensi rispondendo a questa mail, mi fa veramente molto piacere, oppure condividila con un amico.
Il prossimo numero? Crittografato!
A presto!