Questo è il numero tre di Digital Sabato 📟, benvenut*!
La versione di oggi arriva in ritardo e sarà più stringata: sto traslocando e non ho avuto troppo tempo per pensare. Let’s roll!
Il diritto d’autore
Con il digitale è cambiato il senso e lo scopo che attribuiamo al diritto d’autore.Â
Pensiamoci, oggi non solo è possibile rilasciare dei contenuti senza chiederne licenza d’uso, ma l’enorme quantità di software a codice libero in circolazione, migliora già enormemente il modo con cui la rete funziona.
È come se in determinate cose, come recapitare questa newsletter, noi potessimo avere un aggiornamento, un pezzettino in più di corpo, localizzato in un altro luogo, utile allo scopo e poi riposto, in un armadio. Diventa quindi sempre più difficile accettare norme che rendono il diritto d’autore così stringente, non si tratta di quelle che obbligano a riconoscere la paternità di un’opera a qualcuno, ma di quelle che ne costringono a riconoscerne i proventi d’utilizzo.Â
Perché dovrei pagare per realizzare un automatismo che migliora radicalmente la vita e il lavoro, ma che non richiede l’utilizzo di tempo da parte di un altro essere umano?Â
E perché, parimenti, non dovrei riconoscere che alla società conviene l’innovazione portata dai brevetti?Â
Link
E quindi il brevetto sul vaccino va rispettato? Leggi l’articolo del Post;
Un’altra idea di copyright: gli abbonati del Correspondent possono condividere articoli senza farli pagare ai propri contatti;
Come ricorderemo tutto questo? Leggi su The Atlantic;
Negli anni 70 la Rai poteva permettersi di essere senza contenuti, e trasmetteva... greggi;
Per chi suonano le campanelle. Natale allo zenzero su Spotify.
Grazie per essere arrivat* fin qua. Se hai dei commenti, scrivimi pure! Se la newsletter ti piace, condividila :)